Si è tenuto stamattina il programmato incontro delle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative del personale della Polizia di Stato con il Ministro dell’interno, Prefetto Luciana Lamorgese, a capo di una delegazione formata dal Vice Ministro On.le Matteo Mauri, dal Capo di Gabinetto del Ministero dell’interno, Prefetto Bruno Frattasi, accompagnato dal Direttore dell’Ufficio II – Ordine e sicurezza pubblica, Vice prefetto Raffaella Vano, dal Capo della Polizia Franco Gabrielli e dal Vice Capo della Polizia Alessandra Guidi, accompagnati a loro volta dal Direttore dell’Ufficio per le relazioni sindacali, Vice Prefetto Maria De Bartolomeis.
Dopo averle già illustrate compiutamente al Ministro ed al Presidente del Consiglio, Prof. Avv. Giuseppe Conte nell’incontro dello scorso ottobre a Palazzo Chigi e nella successiva corrispondenza, abbiamo nuovamente evidenziato le nostre principali rivendicazioni, a cominciare dall’avvio immediato del tavolo per il rinnovo del contratto di lavoro che è scaduto a fine 2009 per la parte normativa e a fine 2018 per la parte economica, potendo contare su risorse idonee a valorizzare adeguatamente i sacrifici dei poliziotti riconoscendo concretamente la nostra specificità, anche attingendo agli stanziamenti straordinari che erogherà l’Unione Europea.
Vanno aggiornati per noi tutti i diritti – solo per fare qualche esempio i permessi senza recupero per visite specialistiche e terapie, i permessi di cui alla legge 104 per assistere persone ricoverate in case di riposo, la fruizione oraria e non solo giornaliera di detti permessi – come per tutte le altre categorie di dipendenti pubblici e privati, a cominciare dalla previdenza complementare e dalla perequazione del trattamento previdenziale tra tutte le Forze di un Comparto che, giustamente, allinea le retribuzioni percepite mentre si è in servizio e deve quindi garantire la stessa equivalenza anche per le pensioni, giacché è noto che queste altro non sono che retribuzione differita.
È innegabile la situazione di grande difficoltà che ci deriva dal dover fronteggiare l’effetto esplosivo che ha avuto e sta avendo il fenomeno migratorio durante la pandemia, per cui vanno adeguati non solo le strutture che ospitano i migranti e la normativa, ma anche gli organici sia dei ruoli di base – mediante massicce assunzioni anche dei ragazzi risultati idonei non vincitori provenienti dai VFP – che quelli dei ruoli intermedi mediante ogni possibile scorrimento delle graduatorie degli idonei e il bando immediato di nuovi concorsi per tutti i posti disponibili, anche attingendo temporaneamente, per il ruolo ispettori, a quelli che una norma inserita negli ultimi correttivi del riordino – da noi mai condivisa – riserva ai concorsi pubblici.
Servono quindi nuovi correttivi al riordino, ma anche un vero adeguamento degli importi delle ore di lavoro straordinario senza incidere sulle risorse contrattuali; servono uffici, caserme, mezzi e dotazioni – a cominciare dal Taser – idonei; servono tutele normative, a cominciare dai protocolli d’intervento studiati insieme a magistrati – promessi dal Presidente Conte ad ottobre – da recepire poi in un provvedimento normativo affinché garantiscano davvero donne ed uomini in divisa anziché rischiare di trasformarsi in un boomerang contro di noi; serve una tutela legale rapida negli anticipi e nelle liquidazioni, ma anche adeguata negli importi e scevra da diktat esterni non previsti dalla norma.
Molti episodi recenti, come l’aggressione subita dalle volanti di Marina di Carrara, dimostrano che l’attuale legislazione non consente a chi indossa una divisa di operare serenamente ed efficacemente senza assumere su di sé rischi eccessivi e subire umiliazioni intollerabili, insieme allo Stato che siamo chiamati a rappresentare. Ma anche le misure cautelari adottate sulla base della normativa vigente si dimostrano inadeguate a cancellare l’inaccettabile sensazione di impunità che si estende sempre più nel nostro Paese e rende il nostro lavoro, ma anche la civile convivenza, sempre più difficile. Per non parlare dell’ingrato lavoro svolto dai Reparti Mobili, letteralmente schiacciati da turni massacranti ed impieghi in condizioni impossibili, che lo Stato ripaga con anni d’attesa per gli straordinari.
In conclusione il Ministro Lamorgese ha annunciato che le trattative per il contratto verranno avviate entro la prima decade del mese di ottobre, impegnandosi – a nome del Governo – a far sì che le risorse che saranno rese disponibili siano sufficienti per un rinnovo che assicuri, oltre alla copertura del tasso d’inflazione che è giustamente garantita a tutti i pubblici dipendenti, anche un concreto riconoscimento della nostra specificità.
Un impegno determinato è stato altresì assicurato anche per le altre tematiche, cominciando dal Taser, ma estendendosi anche alle tutele di cui sopra, in merito alle quali il Ministro Lamorgese ha tenuto a specificare che le modifiche ai decreti sicurezza che stanno per essere apportate mediante un imminente decreto-legge riguarderanno solo la gestione dell’immigrazione, ma non toccheranno minimamente gli aspetti di nostro diretto interesse: non sarà più possibile sputare addosso ad una donna o un uomo in divisa e veder mandare a casa in responsabili per una veramente assurda “particolare tenuità del fatto”.
Aspettiamo di vedere a giorni il testo del decreto-legge, di partecipare all’apertura del tavolo negoziale e di ricevere notizie per tutti gli altri aspetti per poter esprimere compiute valutazioni.
Roma, 17 settembre 2020