Arretrati straordinari in supero, correttivi riordino, contratto, previdenza complementare: Poliziotti stanchi di aspettare

dalle parole ai fatti  x

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Avevamo molto apprezzato il primo Decreto sicurezza – approvato dal CdM n. 20 del 24 settembre 2018 – perché, tra l’altro, stanziava oltre 38 milioni di euro per il pagamento dei compensi per prestazioni di lavoro straordinario svolte dagli appartenenti alle Forze di polizia a decorrere dal 2018 al fine di garantire le esigenze di tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica.

Nel 2019, al fine di garantire le esigenze di tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica, i poliziotti hanno continuato a fare doppi e tripli turni in ordine pubblico ed indagini delicate, dove hanno subito sputi giudicati “di lieve entità” e rischiato quotidianamente la propria incolumità: c’è chi ci ha lasciato una falange, altri sono stati colpiti da molotov, petardi, coltellate e tanto altro.

Ma, mentre questi colleghi mettevano a repentaglio le proprie vite, lo stanziamento che sembrava essere la soluzione definitiva di un problema che da tempo si presentava ogni anno è divenuto invece un vero e proprio fantasma e così – contrariamente alle premesse – siamo giunti ad accumulare un ritardo ancora maggiore degli anni precedenti, giungendo al record di 18 mesi.

In quel primo Decreto sicurezza c’era poi anche un’altra notizia, buona non solo per poliziotti, carabinieri, finanzieri e penitenziari: anche per le Forze armate venivano previsti correttivi allo sciagurato riordino del 2017 e c’era anche un piccolo ulteriore stanziamento da utilizzare per decreti delegati da adottare entro il 30 settembre 2019 in attesa della Legge di bilancio 2020.

Sembrava fosse stata imboccata la strada giusta per affrontare finalmente questioni divenute epocali ed assolutamente non risolte dai decreti di riordino del 2017 ed invece anche qui, dopo la convocazione del 13 giugno scorso per i due dei tavoli tematici destinati ad esaminare le questioni in maniera più approfondita, è calata una nebbia fitta quanto inspiegabile.

C’è da augurarsi che la fornitura dei Taser a tutte le pattuglie per tutte le specialità, come quella della divisa operativa a tutto il personale di tutti i ruoli, con un numero sufficiente di ricambi, non subiscano la stessa sorte perché la pazienza dei poliziotti è stata già messa a durissima prova negli anni scorsi: noi che li rappresentiamo non potremmo evitare di proclamare lo stato di agitazione.

Ormai non c’è più tempo, bisogna passare dalle parole ai fatti: si paghino entro agosto gli arretrati relativi agli straordinari in supero su cui i poliziotti contano per saldare i conti familiari e si riuniscano a brevissimo i tavoli tematici promessi ormai quasi tre mesi fa per evitare il rischio che scada il termine del 30 settembre o che si arrivi a un testo non condiviso per difetto di confronto.

E non dimentichiamo l’ormai imminente appuntamento con il Def, dove ci aspettiamo di trovare, oltre al resto, risorse adeguate ad un rinnovo dignitoso del contratto di lavoro e stanziamenti idonei all’istituzione della previdenza complementare, prevista da un quarto di secolo e creata per tutte le altre categorie di dipendenti: i servitori dello Stato non meritano di essere dimenticati.

Roma, 9 luglio 2019

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