Poliziotto preso a pugni: no a patteggiamento se arresto per reati violenti. Legge va cambiata, appello a Salvini

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(Prima Pagina News | Venerdì 10 agosto 2018)

“Dopo che, lo scorso 24 luglio – davanti a molti testimoni e ripreso dalle telecamere di sorveglianza dell’ospedale Giannuzzi di Manduria – con un pugno sferrato senza motivo aveva fratturato uno zigomo ad un poliziotto per poi tentare di prenderlo a calci una volta caduto in terra, un ventottenne ha potuto patteggiare la pena e così evitare il carcere: è del tutto inaccettabile”.

Ad affermarlo è Vincenzo Chianese – Segretario generale del sindacato di polizia Equilibrio Sicurezza – che prosegue: “Il patteggiamento era stato inserito nel codice di procedura penale per snellire processi lunghi e complessi, ma nel tempo è emerso che, nel caso di arresto in flagranza convalidato, questo rito premiale serve solo ad aumentare la grave sensazione di impunità che aleggia nel nostro Paese”.

“E quando si tratta di condotte violente – prosegue il sindacalista – il danno che si produce nello stato d’animo della collettività e di chi, come i poliziotti, è chiamato a proteggerla, si moltiplica in maniera esponenziale: a causa del patteggiamento il collega aggredito non avrà diritto ad alcun risarcimento, a meno che non si sobbarchi in prima persona una costosa e lunga causa civile dall’esito incerto”.

“Sappiamo bene che il Governo ha allo studio iniziative legislative specifiche per la salvaguardia dei servitori dello Stato – conclude Chianese – e per questo rivolgiamo un accorato appello, innanzitutto al Ministro dell’interno Matteo Salvini, affinché prenda in considerazione la possibilità di escludere la possibilità di patteggiamento per i processi conseguenti ad arresti in flagranza, specie se per reati violenti”.

Roma, 10 agosto 2018

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