Magazine n. 2/2021

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L’incitazione all’odio contro le divise è come il razzismo: serve subito una legge

Editoriale del Segretario generale Vincenzo Chianese

 

La nota cantante Gianna Nannini avrebbe fatto bene a scusarsi subito con i poliziotti italiani per le immagini che aprono l’ultimo videoclip che ha pubblicato su Youtube: un’animazione che offre, soprattutto ai più giovani, una rappresentazione offensiva dei servitori dello Stato, raffigurati come maiali intenti a picchiare selvaggiamente persone di colore mentre giacciono inermi a terra: il filmato elenca tutti i principali mali del mondo d’oggi, ma ad aprire l’elenco è proprio la Polizia: qual è il messaggio che si trasmette ai nostri giovani? In uno scenario socio-economico delicato come quello attuale, che ci vede impegnati a convincere i cittadini a rispettate regole e disposizioni anti covid-19 spesso non condivise da molti, appare irresponsabile additarci come biechi torturatori.  

Avevamo chiesto alla Nannini, tramite gli organi di stampa, di chiarire che in realtà lei non ci vede affatto come suini dediti alla violenza gratuita, sicuri che tutti i servitori dello Stato questo lo avrebbero apprezzato molto, insieme alla stragrande maggioranza dei Cittadini italiani.

In risposta a ciò la storica artista ha diramato a sua volta un comunicato stampa e poi è stata ospite di Mara Venier a “Domenica in”, su RaiUno, dove ha si affermato di non avere pregiudizi contro la Polizia di Stato italiana, ma si è detta meravigliata dell’odio che avrebbe generato una canzone d’amore, facendo così torto all’intelligenza sua e di poliziotti tra i più professionali, ma meno pagati d’Europa. Un’altra gaffe: il problema non è certo la musica, bensì il video, ispirato agli Stati Uniti, dove però le divise della Polizia sono quasi sempre di colore nero, mentre nel video sono blu, con cinturone e spallaccio bianco, proprio come le nostre, fino a qualche tempo fa.

Anche il richiamo ad Orwell desta perplessità: il romanziere socialdemocratico inglese, nella sua Fattoria degli animali, parodiava la comunista Unione sovietica, non i capitalisti Stati Uniti e, soprattutto, i maiali interpretavano Stalin&Co., non i poliziotti, raffigurati invece come cani.

Le nostre prese di posizione hanno avuto una vasta eco mediatica, venendo riprese da tutte le principali agenzie di stampa e testate giornalistiche nazionali, come ad esempio il Corriere della sera, la Repubblica e il Giornale, ma così le visualizzazioni di quel video sono triplicate.

È solo per non fare altra pubblicità gratuita che, quindi, abbiamo poi deciso di non intervenire, almeno per ora, sulla cantante folk Teresa Merante e sulla sua canzone “U latitanti”: un testo che comprende frasi come «Chista è la polizia, parati a tutta forza a ‘sta brutta cumpagnia» di cui, comunque «Nun aviti paura ca su quattru pezzenti, nui simu i latitanti, e simu i chiù potenti» ed ha già oggi oltre tre milioni e seicentomila visualizzazioni su YouTube. Semplicemente intollerabile.

Incitare all’odio per motivi razziali, etnici, religiosi o nazionali è reato, presto potrebbe esserlo anche se l’incitazione è per orientamenti sessuali: perché lo Stato tollera però che si inciti all’odio per motivi professionali contro i suoi Servitori? Aspettiamo che Governo e Parlamento intervengano. ◼︎

 

 

Riordino: perché serve un terzo correttivo

Inadeguati riconoscimenti per alcuni ruoli e ancora disallineamenti tra le Forze di polizia

 

Lettera al Capo della Polizia

 

Signor Capo della Polizia,
di seguito ai numerosi interventi sull’argomento, effettuati a partire dai lavori preparatori che hanno portato all’emanazione del decreto legislativo 95/2017, riteniamo utile ribadire coerentemente alcuni tra i principali concetti che abbiamo già espresso tempestivamente, cioè prima che il riordino ed i correttivi venissero approvati, anziché acclamarli con toni trionfalistici quando uscivano, per poi contestarli – troppo tardi – solo dopo le giuste proteste dei colleghi.

 

Nonostante alcuni e parziali miglioramenti non c’è stato né il necessario riconoscimento per tutte le professionalità interessate, né l’altrettanto indispensabile riallineamento reale tra le posizioni di carriera ed i trattamenti economici degli appartenenti alla Polizia di Stato e gli omologhi colleghi inquadrati nelle Forze di polizia ad ordinamento militare: Arma dei carabinieri e Finanza.

 

Innanzitutto non vi è stato il riconoscimento delle mansioni di concetto per sovrintendenti, assistenti ed agenti e ciò appare del tutto inaccettabile da tutti i punti di vista se si tiene conto delle responsabilità che incombono su ufficiali ed agenti di polizia giudiziaria che, solo per fare un esempio, a differenza che in passato, oggi devono assumersi in prima persona la responsabilità degli arresti effettuati, senza poterla più demandare al Sostituto Procuratore della Repubblica di turno.

 

Devono essere ridotti i tempi di percorrenza all’interno dei ruoli sovrintendenti, assistenti ed agenti, prevedendo una permanenza di quattro anni per ogni progressione: sia da agente ad agente scelto, da agente scelto ad assistente, da assistente ad assistente capo, da assistente capo ad assistente capo “coordinatore” che da vice sovrintendente a sovrintendente, da sovrintendente a sovrintendente capo e da sovrintendente capo a sovrintendente capo “coordinatore”.

 

Devono inoltre scorrere le graduatorie dei concorsi per vice sovrintendente, ma deve anche essere ulteriormente accelerato l’incremento dei posti disponibili in quel ruolo per bandire al più presto possibile concorsi per titoli e dare idoneo sfogo ai tanti assistenti capo che stanno segnando il passo da troppo tempo ma anche, in parte, che prevedano il superamento di esami, per dare adeguate e reali opportunità ai più giovani che vogliano mettersi in discussione. 

 

Dovrà essere eliminata la norma che impedisce il bando di concorsi interni per l’accesso alla carriera dei funzionari prima che gli appartenenti al ruolo direttivo siano scesi al di sotto delle mille unità.

 

Va poi effettuato un completo scorrimento delle graduatorie dei concorsi a 501 e 263 posti da vice ispettore, con un parallelo scorrimento di altrettanti posti del concorso a 614 posti, liberando così anche molti posti nel ruolo dei sovrintendenti, a beneficio dei ruoli sottostanti.

 

Nell’Arma tutti coloro i quali, nel 1995, erano inquadrati come marescialli, sono da tempo diventati luogotenenti e cioè “apicali”. In Polizia, invece, i circa 3.000 colleghi che, in questi giorni, non verranno scrutinati come sostituti commissari, dovranno passare attraverso il collo di bottiglia di un concorso a soli 1.000 posti. Questo insieme ai meno di 1.000 colleghi entrati come ispettori tra il 2006 ed il 2008, dopo aver superato una selezione durissima e un corso di due anni accademici.

 

Eppure la qualifica di sostituto commissario nella Polizia di Stato prevede un organico di 6.000 unità ed ha circa 4.000 vacanze, mentre l’Arma ha circa 10.000 luogotenenti effettivi: è quindi necessario far scorrere tutta la graduatoria del concorso straordinario in atto, garantendo altresì uno “scivolo” verso la qualifica apicale per quei frequentatori dei corsi 7°, 8° e 8-bis che sono stati penalizzati dalla tagliola che ha lasciato una manciata di loro nella qualifica di ispettore capo.

 

La massima retrodatazione possibile dell’inquadramento nella qualifica di vice ispettore dovrà poi essere prevista per chi ha frequentato il 9° corso, che si è dipanato per un arco di tempo molto lungo ed ha previsto lo svolgimento di un tema oltre che di esami orali, garantendo poi il rispetto del criterio della prevalenza dell’anzianità di ruolo a partire dai futuri concorsi per ispettore superiore.

 

Uno scivolo per le promozioni dovrà altresì essere garantito a chi ha frequentato 10°, 11° e 12° corso ispettori e che, a differenza dei colleghi militari già inquadrati nei ruoli equivalenti ai nostri sovrintendenti, assistenti e agenti, per accedere a quel ruolo hanno dovuto aspettare molti anni per poter partecipare ad un concorso interno o uno pubblico che prevedesse riserve di posti.

 

Va affrontata e risolta una volta per tutte la questione dei titoli valutabili per i concorsi: devono essere standardizzati per ogni tipo di concorso secondo criteri chiari, logici e condivisi. La trascrizione deve avvenire tempestivamente sul non più rinviabile foglio matricolare elettronico.

 

Deve scorrere tutta la graduatoria del concorso interno a 436 posti da vice commissario e bisogna tener conto di come, a partire dal 1993, migliaia di sottufficiali delle Forze di polizia militari siano diventati ufficiali ed abbiano raggiunto gradi dirigenziali: bisogna retrodatare le nomine con la promozione a commissario capo e commissario capo tecnico al termine del periodo formativo, consentendo poi il transito in orizzontale nella carriera dei funzionari.

 

Avendo la pensione natura di retribuzione differita devono poi essere eliminate tutte le penalizzazioni pensionistiche che subiamo sempre rispetto ai militari.

 

A mente della sua nota sensibilità verso problematiche d’interesse del personale, ma anche della funzionalità dell’Amministrazione della pubblica sicurezza, tanto delicate quanto di rilevante portata da entrambi i punti di vista, in attesa di un cortese cenno di riscontro inviamo cordiali saluti.

 

 

Riordino: titoli cultura e concorsi interni

Uno dei motivi che impongono un terzo intervento correttivo è la necessità di stabilire in maniera coerente e definitiva quali sono i titoli da valutare in tutte le tipologie di concorsi

 

La valutazione dei titoli di cultura, oltre che di quelli di servizio, è prevista nei concorsi interni per l’accesso alla qualifica di vice ispettore per soli titoli, interamente riservati agli appartenenti al ruolo dei sovrintendenti, oltre che in quelli per accedere alle qualifiche raggiungibili solo mediante il superamento di concorsi interni, vale a dire quelli per vice sovrintendente e per vice commissario.

 

Nei concorsi interni per l’accesso alla qualifica di vice ispettore che prevedono il superamento di un esame e non sono interamente riservati agli appartenenti al ruolo dei sovrintendenti, non è invece prevista la valutazione dei titoli di cultura, ma solo ed esclusivamente quella dei titoli di servizio.

 

La difficoltà di collazionare i decreti dell’Amministrazione che nel tempo si susseguono su questa materia ha prodotto numerosi equivoci, da ultimo con riferimento al decreto del Capo della Polizia datato 26 Febbraio 2020 e recante «Modifiche al decreto del Capo della polizia 20 Settembre 2017, recante le modalità attuative per l’accesso alla qualifica iniziale del ruolo degli ispettori della polizia di Stato mediante concorsi interni ai sensi dell’art. 2 comma 1 lettera c) e d), del decreto legislativo 29 maggio 2017 n. 95», pubblicato sul  Bollettino Ufficiale del personale del Ministero dell’interno – supplemento straordinario n. 1/15-bis del 26 marzo 2020, il cui articolo 1, comma 5, sostituisce l’art. 7 del predetto decreto 20/9/2017 che, dopo le modifiche, rimane il testo base.

 

Il fatto che il nuovo testo dell’art. 7, comma 1, lettera b) elenchi i titoli di cultura valutabili ai fini concorsuali ha indotto numerosi colleghi a presumere che ci fosse una discrepanza con l’art. 9 del bando del concorso interno per titoli ed esame, per la copertura di 1.141 posti da vice ispettore, pubblicato il 31 dicembre 2020, dove non si prevede la valutazione dei titoli di cultura.

 

In realtà non è così, perché anche il testo precedente elencava i titoli di cultura. Ma entrambi i testi si riferiscono ai titoli valutabili nei concorsi da vice ispettore per soli titoli riservati agli appartenenti al ruolo dei sovrintendenti, disciplinati dal Capo II del ripetuto decreto 29/9/2017. Invece è il Capo III che disciplina lo svolgimento dei concorsi per titoli ed esame: al suo interno l’art. 9 precisa che i titoli valutabili in quest’ultimo tipo di concorso interno per vice ispettore sono gli stessi di quelli previsti per i concorsi per soli titoli, ma con l’esclusione di quelli previsti dalla lettera b) del comma 1, che sono – appunto – i titoli di cultura, così come disposto dal decreto del Capo della Polizia – Direttore generale della pubblica sicurezza del 5 marzo 2019, pubblicato Bollettino Ufficiale del personale del Ministero dell’interno – supplemento straordinario n. 1/13-bis del 28 marzo 2019.

 

Sarebbe senz’altro utile che, quando vengono disposte modifiche del testo di atti amministrativi, sul BU venisse pubblicato, insieme alle modifiche, il testo vigente, come risultante dalle modifiche.

 

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