Magazine N. 1/2021

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2021: scorrimenti graduatorie,
correttivi riordino e contratto

Editoriale del Segretario generale Vincenzo Chianese

Ci siamo lasciati alle spalle un anno difficile e complicato, durante il quale – ancora una volta – poliziotte e poliziotti, insieme a tutti gli altri servitori dello Stato in divisa, sono stati di fatto chiamati ad espletare un ruolo che va ben oltre la repressione dei reati, dovendosi invece far carico della necessità di affrontare – pur senza avere a disposizioni strumenti idonei – fenomeni epocali, come le in parte inevitabili ricadute della pandemia sulla qualità della vita di relazione della Comunità, aggravate in Italia dalla combinazione esplosiva con preesistenti gravi problematiche economiche e sociali, tra cui primeggiano notevoli flussi migratori in entrata, cui non corrisponde una qualsivoglia efficace regolamentazione, ma neppure un’accoglienza dignitosa.

Eppure basta guardare al resto d’Europa ed anche più lontano per capire che – nonostante tutto, a cominciare dalle aggressioni quotidiane verso di noi che troppo spesso restano impunite o comunque prive di sanzioni immediate ed efficaci – il bilancio del sistema sicurezza in Italia è senz’altro positivo sia se lo paragoniamo a quello di altri Paesi, sia se lo confrontiamo con altri ambiti e settori dei nostri apparati istituzionali, a tutti i livelli.

Il merito, ancora una volta, è del “fattore umano”: l’impegno generoso e costante dei colleghi è riuscito quasi sempre a tappare le falle che lascia aperte la politica, perseverando nel lasciarci innanzitutto privi di strumenti normativi e tutele adeguati a fronteggiare atteggiamenti di vera e propria sfida nei confronti di ciò che rappresentiamo – lo Stato, non il Governo del momento – ma anche di alcune dotazioni, come i Taser, indispensabili per poter garantire l’incolumità nostra, degli inermi cittadini, ma anche degli stessi autori di azioni violente, senza dover far uso di armi da fuoco e rischiare lunghi processi, devastanti per la nostra serenità.

Lo sappiamo bene: anche il 2021 sarà un anno complesso per tutti e lo sforzo che verrà richiesto alle divise sarà ancora maggiore da tutti i punti di vista, dovendo oltretutto fare i conti con uno scenario politico sembra farsi sempre più confuso, proprio mentre il Paese avrebbe bisogno di una guida decisa e compatta per affrontare adeguatamente momenti difficilissimi.

Proprio per questo la voce di chi rappresenta i professionisti della sicurezza dovrà scandire in maniera ancora più forte e chiara le richieste fondate e ineludibili che arrivano dalla base.

Albert Einstein, in una delle sue opere più famos,e ha scritto che «Se non c’è un prezzo da pagare, allora non ha valore»: oggi più che mai la politica non può più riempirsi la bocca di paroloni e frasi fatte, senza poi mettere sul piatto ciò che è necessario per dimostrare quanto valore concreto da ai servitori dello Stato e, in particolare, ai poliziotti.

Ci sono infatti problematiche che ci distinguono dalle altre Forze di polizia, in particolare da quelle militari: la folle idea di chiudere alcune scuole ha fatto sì che la nostra capacità formativa si sia ridotta a 3.000 unità all’anno, cioè 1.500 ogni sei mesi, il che non consente di sfruttare a fondo neppure le assunzioni straordinarie già autorizzate con i provvedimenti legislativi voluti dal Ministro dell’interno Marco Minniti prima e da suo successore Matteo Salvini poi.

Nell’Arma dei carabinieri il ruolo ispettori prevede circa 30.000 unità e, infatti, ci sono circa 30.000 unità, di cui circa 10.000 nel grado apicale: nell’organico della Polizia di Stato sono previste circa 24.000 unità, ma ce ne sono la metà e solo circa 2.000 di queste sono “apicali”.

In tempo di coronavirus, con le prove concorsuali ferme o comunque molto rallentate, vanno fatte scorrere subito tutte le graduatorie e fatti entrare, per tappare i buchi, tutti i candidati risultati idonei nei concorsi già celebrati o ancora in corso prendendo in prestito, per quanto riguarda il ruolo degli ispettori, parte degli oltre 6.000 posti riservati ai concorsi pubblici, che non sarà mai possibile riempire prima che siano trascorsi moltissimi anni, mentre gli ispettori servono adesso e per troppo tempo a troppi ragazzi è stata negata l’effettiva possibilità di progredire in carriera.

Servono anche gli apicali ed appare assurdo assegnare ai meno di 4.000 “papabili” appena 1.000 dei posti disponibili che sono, guarda caso, circa 4.000 mentre i Carabinieri, dicevamo, ne hanno 10.000 effettivi: un’altra graduatoria da for scorrere anche attraverso nuovi correttivi al riordino, senza dimenticare l’assurda tagliola che ha lasciato indietro una manciata di ragazzi del 7° e 8° corso e i funzionari del ruolo direttivo, che hanno ricevuto un paradossale quanto sensibile danno economico dalla promozione, mentre molti lo riceveranno anche in quiescenza.

Ma la pensione – che è anch’essa retribuzione, anche se differita – sarà una tragedia per tutti i poliziotti: come è possibile accettare che, nell’ambito dello stesso Comparto, a parità di versamenti e delle altre voci contributive, un poliziotto debba avere una pensione sensibilmente più bassa di un omologo che presta servizio in una Forza di polizia militare o nelle Forze armate?

La stagione contrattuale che dovrebbe aprirsi – il condizionale ahimè è d’obbligo – dovrà quindi puntare sull’utilizzo di tutte le risorse disponibili per aumentare al massimo le voci che confluiscono nella buonuscita e nella pensione, aumentando adeguatamente – a parte – i fondi per accessorie ormai inadeguate perché da troppo tempo ferme: dal 2002 e, in alcuni casi, dal 2004.

Ma soprattutto dovrà essere avviata la previdenza complementare per impedire che i servitori dello Stato siano a breve, appena collocati in quiescenza, i nuovi poveri: fino a ieri ogni poliziotto riceveva come primo rateo di pensione un 10-20% in più dell’ultimo stipendio, da domani riceverà fino al 40% in meno e non riuscirà più a pagare spesa, mutuo e bollette.

La compattezza del fronte sindacale è sempre importante, ma oggi è vitale più che mai e vanno quindi evitati tutti gli argomenti che possono dividere sinistra e destra, grandi e piccoli, per andare tutti nella stessa direzione, valorizzando al massimo tutto ciò che ci unisce, in primo luogo l’impegno solenne che tutti abbiamo assunto: tutelare i diritti e gli interessi dei poliziotti.

Ruolo ispettori: concorsi e promozioni

Problematiche per la partecipazione degli appartenenti al ruolo sovrintendenti ai concorsi interni a 2.662 e 1.141 posti: l’Amministrazione si è subito attivata per trovare soluzioni

Dopo i nostri circostanziati e risoluti interventi ufficiali, iniziati con le note del 4 e del 5 gennaio scorso, il Dipartimento della pubblica sicurezza si è immediatamente attivato affinché i vice sovrintendenti che hanno frequentato il 28° corso possano partecipare al concorso a 2.662 posti da vice ispettore, riservato agli appartenenti al ruolo dei sovrintendenti, nonché per l’aliquota di posti riservati agli appartenenti al ruolo dei sovrintendenti del concorso a 1.141 da vice ispettore perché i decreti di inquadramento degli oltre 3.200 interessati, dopo la firma dal Capo della Polizia e la restituzione – ieri – al competente servizio nei tempi tecnici normali per questo tipo di adempimenti, da lunedì verranno inseriti per aggiornare il “Portale concorsi”.

L’Amministrazione si sta adoperando anche sugli altri aspetti problematici da noi segnalati e, in particolare:

coloro i quali non dispongono ancora dei decreti di nomina a sovrintendente capo con decorrenza 1° gennaio 2020, tenendo doverosamente conto anche dei primi risultati dei ricorsi presentati dai colleghi che si sono trovati nella stessa condizione per la partecipazione al precedente concorso a 614 posti da vice ispettore e, non potendo partecipare per l’aliquota riservata appunto ai sovrintendenti capo, non ha potuto fruire della garanzia del mantenimento della sede di servizio dopo la promozione;

coloro i quali sono in attesa di vedersi attribuita la promozione a sovrintendente o la denominazione di sovrintendente capo “coordinatore” con decorrenza 1° gennaio 2020;

coloro i quali hanno in passato conseguito la promozione alla qualifica di vice sovrintendente per meriti straordinari con una decorrenza penalizzante rispetto a quella che essi stessi avrebbero avuto se, non avendo avuto quei meriti straordinari, non fossero stati promossi prima degli altri rispettivi pari corso, per poi partecipare ai rispettivi primi concorsi utili e conseguendo così una decorrenza retroattiva precedente – e quindi più vantaggiosa – rispetto a quella conseguita, appunto, per meriti straordinari.

Così come abbiamo fatto anche per iscritto ed ufficialmente fin dalla pubblicazione dei bandi continueremo a pressare l’Amministrazione, auspicando una rapida risoluzione di tutte le problematiche evidenziate, vi terremo informati degli sviluppi che via, via, si andranno a delineare.

Promozioni alle qualifiche di ispettore e di sostituto commissario

È al momento prevista entro la metà del prossimo mese di febbraio la riunione della commissione per il ruolo degli ispettori che deliberà la promozione alla qualifica di ispettore per circa 1.800 vice ispettori ed alla qualifica di sostituto commissario per circa 700 ispettori superiori che rivestono tale qualifica dall’anno 2016 o precedente.