Attentato sede Lega: prima esplosione era una trappola per far intervenire sbirri e colpirli come l’eroico Mario Vece a Firenze

artificieri x

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La bomba carta piazzata sulla scala antincendio davanti alla Lega di Treviso che, scoppiando, non ha causato danni, era una trappola per “sbirri” come l’eroico collega Mario Vece di Firenze, che però anche qui avrebbe potuto uccidere o mutilare chiunque ne fosse stato attratto, perché c’era un secondo ordigno, rimasto inesploso: una pentola a pressione piena di chiodi, collegata ad un filo di nylon che, una volta calpestato, avrebbe fatto partire la seconda deflagrazione.

Per la procura della Repubblica di Treviso si tratta senz’altro di terrorismo, per cui gli atti sono stati trasmessi immediatamente alla procura distrettale di Venezia. La tecnica del doppio ordigno-trappola è già stata usata in passato dalle formazioni anarchiche. Sul posto sono intervenuti la Digos, la polizia scientifica e gli artificieri e della Questura, che hanno provveduto a far brillare la seconda bomba.

C’è già una pista, anche se è presto per le certezze: una rivendicazione  intercettata sul web, un comunicato della sedicente cellula anarchica “Haris Hatzimihelakis /Internazionale” nera: un volantino rilanciato ieri dal sito RoundRobin.info’ con data 12 agosto 2018, nel quale gli autori sostengono di aver “attaccato con un ordigno la sede della Lega a Treviso” aderendo all’invito “lanciato dai compagni della cellula ‘Santiago Maldonado’, che hanno proposto di rafforzare gli attacchi alla pace dei rappresentanti e complici del dominio”.

Santiago Maldonado era il nome dell’attivista argentino che si batteva per la difesa dei Mapuche, trovato morto nell’ottobre 2017 nel fiume Chubut, nella Patagonia centrale. Un evidente tentativo di intimidire il Ministro dell’interno ed il suo partito, colpendo anche donne e uomini che lavorano ogni giorno per la sicurezza di tutti, sintomo di un inquietante tentativo di far rivivere anni bui che chiama alle proprie responsabilità tutte le forze politiche, che dovrebbero far sentire cn maggior forza lo sdegno per lo scellerato progetto di “autunno caldo” che si fa sempre più evidente.

Roma, 17 agosto 2018